Quanta strada nei miei sandali

Palazzo della Loggia, Brescia

Le istituzioni
Comunità montana, comune di Villa Carcina, comune di Rudiano, Romano Mazzola, comune di Brescia, Tiziano Calcari, Paolo Calcari, comune di Irma
Romano Mazzola
Ideatore Quanta strada nei miei sandali
Paolo Calcari
Curatore Mostra
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Romano Mazzola

Quanta strada nei miei sandali

L’incontro tra un poeta ed un artista è sempre un evento speciale, unico. Mettere le canzoni/poesie di Paolo Conte su tela ha rappresentato per Tiziano Calzari il rischio di risultare un semplice illustratore che descriveva banalmente gli elementi, ma ora che le canzoni con i loro suoni e le loro parole hanno preso vita sulle tele possiamo dire che ha superato la prova.

 

Intervista a commento della mostra a cura di forge production

 

Con questa mostra l’artista non solo ci comunica che l’arte ha assorbito ormai tutte le sue risorse, ma dichiara anche di voler vivere questa esposizione come un vero e proprio evento culturale e ci dice che il suo percorso artistico è tutt’altro che concluso, anzi dimostra di essere in viaggio verso nuove mete artistiche.

Calcari, su mia specifica insistenza, ritorna nella sua terra come base di partenza per una nuova avventura artistica, presentando in anteprima questa mostra destinata ad essere riproposta in altre spazi espositivi.

“Oggi tutto è cambiato” dice pensando alla sua storia umana e artistica, troppe e troppo rapide le trasformazioni e, con la sensibilità che lo contraddistingue, è proprio nelle poesie di Paolo Conte che ha letto, sentito e visto il “ritorno a casa”.

Una mostra dedicata, anzi, ispirata alle canzoni/poesie di Paolo Conte, con la quale il pittore avanza in una direzione precisa, proseguendo nella ricerca iniziata e mai abbandonata dal ciclo delle “Dolci Presenze”.

Possiamo senz’altro dire “quanta strada nei suoi sandali” dai primi timidi approcci pittorici adolescenziali!

In particolare, le liriche di Paolo Conte hanno consentito a Calcari di ascoltare e di ritrovare la propria terra, i luoghi dell’infanzia, i viaggi e le esperienze vissute che hanno tenuto viva la mente e la vena artistica e che hanno determinato una rinnovata ricerca, attraverso la pittura, a nuove riflessioni.

 

 

Marco Eugenio di Giandomenico Curatore e critico d’arte contemporanea 

Paolo Conte con le sue canzoni ha attraversato, raccontandolo, la metà del ‘900 fino ai giorni nostri e Tiziano si è cimentato in una impresa azzardata, cogliendo l’obbiettivo perché nei suoi lavori si possono respirare le sensazioni che il cantautore ha voluto trasmettere agli ascoltatori.

I lavori in mostra riannodano i fili di un discorso ininterrotto e rimasto sospeso nel tempo che hanno guidato il pittore verso nuovi riverberi, facendo riemergere sogni lontani.

Da queste opere emerge la grande sfida di fermare sulla tela i fotogrammi generati dall’ascolto delle canzoni di Paolo Conte, riuscendo con abilità e delicatezza a soffermarsi sul paesaggio, sugli interni, sui luoghi immaginari, sulla fantasia, imprimendo sulla tela le visioni oniriche.

Realizzando una sorta di specchio dell’animo, avendo la memoria come compagna, viaggiando tra fantasia ed invenzione Tiziano riesce a tradurre  un sogno in un’immagine, creando nuova bellezza.

L’artista è riuscito a dialogare con le canzoni/poesie di Paolo Conte; le nuove forme hanno generato nuove immagini, all’inizio con il timore di misurarsi con un maestro indiscusso di scrittura e musica, poi, con coraggio, le citazioni pittoriche sono diventate sempre più leggibili, esplicite, quasi fotografiche.

Il sapiente uso del colore, della forma e dello spazio hanno permesso a Calcari di ottenere opere uniche.

Questa mostra confluisce in una sintesi espressiva che riesce a riassumere sulle tele stimoli e risorse poetiche che lo aiutano a superare le precedenti linee di ricerca dei suoi dipinti.

Gli sfondi sono mutati, le figure generano movimento, vibrazioni. Sono opere che contengono le tensioni, le attese, gli umori, la nostalgia, la gioia che tutti noi nel corso della nostra esistenza abbiamo provato. Quadri che suscitano nello spettatore dei déjà-vu e che vanno letti come stralci di un diario personale in cui riaffiorano i ricordi e le sensazioni da ricomporre con precisione in un grande puzzle.

Sono quadri senza tempo, sospesi, ambientati in un sogno, con ombre che si allungano e prendono vita sulla tela. Mentre i nudi distesi sembrano avvolti dalla bambagia, le figure in controluce sono protette dagli interni in attesa dell’incontro con il destino. Sulle tele troviamo corpi, stanze, letti, sagome in costante dialogo con il pittore. Lavori che trasudano l’esistenza dei personaggi e che ci trasmettono le atmosfere disegnate con le parole e la musica di Paolo Conte; presenze silenziose avvolte spesso da un velo di malinconia, forme famigliari ma che allo stesso tempo si collocano fuori dal tempo.

I lavori in mostra vanno letti globalmente, l’uno accanto all’altro, in modo da creare una serie di fotogrammi preziosi nei quali ognuno di noi può rileggere attimi della propria esistenza e va detto che Tiziano Calcari è riuscito nell’impresa di compiere un lavoro difficile.

Per lui, infatti, creare un’opera comporta uno studio continuo che può sembrare concluso quando il quadro gli trasmette un’emozione, anche se questo non significa che il lavoro è compiuto perché verrà completato dallo spettatore con la sua fantasia e immaginazione.

Orari di apertura

da lunedi a venerdì 9 -12.30 / 14-19

sabato 9-12.30

 

ATTENZIONE: Il salone Vanvitelliano potrebbe essere utilizzato pe conferenze neglio orari di apertura della mostra, pertanto temporanemente chiuso al pubblico. Pertanto si consiglia caldamente la prenotazione  telefonando ai numeri 0302977202 – 0302977203 – 0302977205